Acerenza è un piccolo paese della Basilicata: eppure una superficie così ridotta ospita incredibili attrattive per i visitatori che ogni anno giungono numerosi in questo borgo circondato da alte mura e dominato da una imponente cattedrale, qui ad oltre 800 metri sul livello del mare. Ecco tutto quello che occorre sapere su Acerenza, entrato a pieno titolo nella classifica dei “Borghi più belli d’Italia“.
La “Città-Cattedrale”
É questo l’appellativo con cui gli abitanti chiamano Acerenza, a causa dell’imponente presenza della chiesa (dedicata a Santa Maria Assunta e a San Canio e risalente al XI secolo) che svetta tra le vie del borgo. Quest’ultimo sorge su un monte circondato dal fiume Bradano e dal torrente Fiumarella, ad oltre 800 metri: proprio la sua posizione ne ha fatto un centro strategico, come testimonia la Torretta, il cui belvedere abbraccia l’intera valle dell’alto Bradano.
Nota già nell’antichità al poeta Orazio, l’antica Acheruntia venne definita “il nido d’aquila dell’alta Acerenza” e le sue origini di rocca militare sono testimoniate dalla definizione di Tito Livio e Procopio, che la chiamarono “fortezza di guerra” o “presidio”. Oggi Acerenza è uno splendido paesino che permette ai visitatori di immergersi nelle antiche stradine, perdendosi fra fontane e palazzi nobiliari: una meta assolutamente invidiabile e tra le più belle in un tour della Basilicata più vera.
Come raggiungere Acerenza
Il centro si trova sull’alto di una rupe nei pressi della valle del Bradano, nota per ospitare la coltivazione dell’Aglianico, tra i vini più apprezzati della Lucania e compagno fedele nella cucina tradizionale. Sono molte le alternative per andare ad Acerenza: chi non volesse utilizzare l’automobile potrà approfittare dei numerosi autobus di linea che toccano la località da Potenza, Matera, Lagonegro e Melfi, a loro volta raggiungibili da Roma e da Napoli.
Viceversa, per chi vuole viaggiare comodamente con il proprio veicolo, scendendo dal versante adriatico si dovrà percorrere la A14 fino al bivio dell’A16 Bari-Napoli, con uscita a Candela; da qui si imbocca prima la SS Ofantina o, in alternativa, la SS658 Melfi-Potenza, in entrambi i casi con direzione Potenza. Chi viene dal versante tirrenico, invece, dovrà percorrere l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria fino al raccordo di Sicignano/Potenza: da qui parte il raccordo della Basentana che permette di prendere la SS685, questa volta in direzione Melfi.
Storia di Acerenza
Come accennato, la località era già nota in epoca romana come Acheruntia. La conquista romana della regione avvenne nel 318 a.C., circa, anche se i primi insediamenti risalgono al VI secolo a.C. In epoca medievale, la città divenne sede vescovile e fu contesa tra Longobardi e Bizantini, fino a passare sotto l’influenza normanna. Fu Roberto il Guiscardo a volere la costruzione della cattedrale vescovile di Santa Maria Assunta (XI-XIII secolo).
Durante l’epoca medievale si ebbe il massimo sviluppo del borgo, prima sotto gli Svevi e, a partire dal XIII secolo, sotto gli Angioini, acquisendo importanza crescente per il controllo della regione circostante. Nei secoli a venire, seguì le sorti dei diversi accadimenti che interessarono la Lucania, fino a divenire parte del neonato stato italiano.
Cosa fare e vedere ad Acerenza
L’antica storia di questo borgo medievale è testimoniata dalle architetture che è possibile ammirare percorrendo i vicoli di Acerenza: tra palazzi storici con portali di pietra signorili (tra cui Palazzo Gala e Palazzo Loguercio Polosa), fontane, cortili interni con vegetazione rigogliosa, su tutto domina la Cattedrale, che, come detto, rappresenta e unifica l’offerta culturale, artistica e storica della località.
Considerata uno dei monumenti più importanti della Basilicata, la Cattedrale venne eretta sulla base dei resti di una chiesa paleocristiana, a sua volta sorta sul sito di un antico tempio pagano dedicato all’Ercole “Acheruntino”. La sua costruzione impegnò numerose maestranze locali, ma anche architetti francesi: ciò è testimoniato dallo stile romanico-clunyacense, ispirato alle indicazioni dell’abate di Cluny, Arnoldo, che peraltro la consacrò a San Canio e a Santa Maria Assunta nel 1080.
Suoi elementi caratteristici sono l’immensa abside e le tre navale che ospitano sulle pareti tavole risalenti al Cinquecento; negli interni spicca anche il polittico di Antonio Stabile (de 1583), la cripta adornata con splendidi affreschi (costruita nel 1524), la sacrestia con il busto dell’imperatore Giuliano l’Apostata e la cupola sulla crociera, più tarda poiché ultimata nel XIX secolo.
Ad Acerenza ci sono poi numerose altre chiese di particolare pregio, come la Chiesa di San Laviero (1065), patrono della città insieme a San Canio, la Chiesa di Sant’Antonio e il vicino convento francescano, risalenti alla metà del Cinquecento sebbene costruiti sulla base di una fondazione medievale originariamente dedicata a Santa Maria Maddalena. Infine, il territorio nei dintorni di Acerenza ospita una chiesa rupestre, in contrada Sant’Angelo, dedicata all'”Angelo Guerriero”, ossia San Michele, raffigurato da una meravigliosa statua lignea nel XIII secolo.
Oltre alle testimonianze religiose, il passato di Acerenza è accessibile anche grazie ad un inestimabile patrimonio archeologico. Scavi condotti in località Serra Altura e nel vicino Monte La Guardia hanno evidenziato reperti del Neolitico e dell’Età del Ferro, con tombe risalenti al IV secolo a.C. e caverne con all’interno molti manufatti litici. Documentato anche il culto di Eracle (cui, come detto, era dedicato il tempio su cui è sorta la Cattedrale), come attesta il ritrovamento di una statuetta in bronzo del dio-eroe risalente alla seconda metà del IV secolo a.C., oltre a numerosi arredi e ceramiche di stile greco.
Le tradizioni e le altre attrazioni turistiche
Oltre agli edifici religiosi e civili ci sono molte altre attrazioni per i visitatori, come il Museo Diocesano che custodisce numerosi oggetti provenienti dall’antico tesoro della Cattedrale, come elementi di oreficeria, statue lignee, una collezione di paramenti liturgici e molti dipinti. Inoltre, qui è possibile ammirare un gran numero di reperti archeologici che risalgono all’epoca anteriore all’affermazione del Cristianesimo, emersi durante i numerosi scavi che hanno interessato la regione acheruntina.
Sono molte anche le testimonianze del passato contadino, ammirabili visitando il Museo etnografico. Il principale elemento che vi è ospitato è una intera ricostruzione di un’antica casa contadina, composta da due vani: in uno è riprodotta una stalla e la cucina, nell’altro una camera da letto e un pollaio. Numerosi sono gli oggetti di uso quotidiano in esposizione, come abiti dell’epoca, attrezzi agricoli e interi laboratori artigianali. Interessante è anche il Museo degli intagli, che custodisce numerose opere in legno e si trova all’interno del Convento di Sant’Antonio da Padova.
Da ultimo, è consigliato approfittare della visita ad Acerenza per assaporare le molte prelibatezze che caratterizzano la tradizione culinaria acheruntina: maccheroni “a desch’t”, la pasta “z’zridd”, ma anche le numerose specialità dolci come i “sasanidd” e le lasagne “chiappute”, condite con noci, mandorle e vino cotto. A questo proposito, Acerenza è una delle terre dell’Aglianico del Vulture Doc, tra i più rinomati vini prodotti in Basilicata.