In un’epoca in cui il digitale domina le vite di adulti e bambini, mentre il gaming si evolve nelle sue mille sfaccettature, resistono in vita anche i giochi tradizionali del territorio. E non fa eccezione la nostra regione. La Basilicata, con il suo grande patrimonio di usanze e folklore, custodisce un ricco repertorio di giochi tipici, capaci di raccontare una storia di comunità e intensa vita sociale, anche nell’intrattenimento. Sono tre quelli che meritano particolare attenzione: il Pizzicantò, l’Albero della Cuccagna e U cerch’ pa’ maniglia.
Dal gioco fisico al gioco online
Prima di presentarli è opportuno evidenziare quale sia oggi il loro valore. Ogni gioco è simbolo di un’epoca in cui la creatività e l’ingegno sostituivano le moderne tecnologie. E vanno in qualche modo preservati, nell’era in cui la maggior parte delle forme di svago passa attraverso uno schermo. A differenza di questi giochi tradizionali, che richiedono interazione fisica e sociale, la maggior parte dei giochi moderni si svolge principalmente su dispositivi elettronici. Questi giochi risultano spesso più attraenti, in quanto facilmente accessibili e, in alcuni casi, offrono anche l’opportunità di tentare la fortuna, come accade per esempio nei casinò online e in particolare nei giochi online disponibili con soldi veri dove è possibile vincere premi in denaro. L’ideale sarebbe avere un giusto equilibrio tra intrattenimento dal vivo e in formato digitale per avere un’esperienza di gioco a tutto tondo.
Pizzicantò
Il Pizzicantò, uno dei giochi più rappresentativi della Basilicata, rappresenta una delle forme di arte delle torri umane. Si tratta di una spettacolare prova di equilibrio e collaborazione che coinvolge intere comunità. I partecipanti creano una torre umana, si arrampicano l’uno sull’altro formando una piramide. La particolarità di questo gioco lucano è che la torre non rimane statica: una volta composta, deve ruotare su se stessa. Questo movimento richiede grande coordinazione, forza fisica e fiducia reciproca. Ma il Pizzicantò non è da considerare solo una sfida fisica. Il suo significato simbolico si intreccia con la cultura popolare: il crollo della torre viene interpretato come un’allegoria dei cambiamenti sociali, un monito sulla fragilità degli equilibri collettivi. Oggi il Pizzicantò viene riproposto soprattutto durante le feste patronali, e questo dimostra un profondo storico radicamento nel territorio.
Albero della Cuccagna
L’Albero della Cuccagna potrebbe essere descritto come una sfida verso la vetta. Diffuso anche in altre regioni italiane, questo gioco in Basilicata ha trovato molto terreno fertile. L’obiettivo è semplice solo in apparenza: arrampicarsi su un palo per raggiungere un premio posto in cima. La difficoltà è amplificata dal fatto che il palo è spesso cosparso di grasso, per rendere la salita una straordinaria prova di tenacia e abilità. Anche in questo caso sono presenti dei richiami simbolici. L’atto di scalare per raggiungere un premio rappresenta lo sforzo necessario per ottenere ricompense nella vita. Una scalata dell’albero avviene anche in altri riti come il Maggio di Accettura. L’Albero della Cuccagna viene celebrato durante antiche feste popolari, proprio come avviene con il Pizzicantò.
U cerch’ pa’ maniglia
U cerch’ pa’ maniglia, infine, può essere presentato come il gioco della semplicità e genuinità. Questo antico gioco incarna l’essenza dell’inventiva popolare. I ragazzi, con un cerchio di bicicletta privo di raggi e un bastone o un pezzo di ferro, cercavano di mantenere il cerchio in equilibrio mentre lo facevano rotolare. Non erano previste squadre o vincitori: il divertimento stava tutto nell’abilità e nella creatività, nell’improvvisare attrezzi di fortuna. Naturalmente U cerch’ pa’ maniglia racconta di una Basilicata del passato, di tempi andati, quando i bambini trasformavano materiali di recupero in strumenti di svago. Pur nella sua semplicità ha lasciato un segno nella memoria di chi è cresciuto tra i vicoli di piccoli paesi lucani.